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(escluso il 25 dicembre)

Giambattista Passeri

Giovan Battista Passeri (1694-1780)

Giovan Battista Passeri, amatissimo amico di Annibale degli Abbati Olivieri, è uno dei “protagonisti” della Biblioteca Oliveriana: spinto dall’esempio dell’Olivieri e dall’affetto che li legava, donò tutta la sua imponente collezione antiquaria all’amico, rendendo così ancora più cospicua e di valore la donazione alla comunità pesarese del 1752. Nato a Farnese nel 1694 da Giambattista Domenico Passeri, medico condotto di grande valore, e Anna Maria Evangelisti, il Passeri per i primi vent’anni della sua vita seguì gli spostamenti del padre, che operò a Farnese, Acquapendente, Norcia e Todi, per essere poi trasferito definitivamente a Pesaro nel 1717, dove alternò la sua attività di medico a quella di scrittore di libri legati ai suoi interessi professionali, molto apprezzati da Giovanni Battista Morgagni.

Compiuti i primi studi a Orvieto, a 13 anni il Passeri proseguì la sua formazione Roma, dove nel 1710 compose la sua prima tragedia, Osiride; intraprese poi gli studi di Giurisprudenza, accanto a Metastasio e Paolo Antonio Rolli. Entrò a far parte dell’Arcadia col nome di Feralbo; nel 1715 raggiunse  il padre a Todi, conseguendo la laurea dottorale a Perugia, dove divenne “abile agli impieghi di toga”. Giunto a Pesaro, divenne Segretario di Giustizia della Legazione e nel 1726 Luogotenente di Fossombrone e Pesaro; nello stesso anno sposò Margherita Giovannelli di Bergamo, che gli diede quattro figli prima di morire nel 1738.

Fu allora che, affascinato dal mondo antico, il Passeri diede sfogo alla sua passione iniziando a pubblicare opere archeologiche, divenendo uno dei maggiori conoscitori della cosiddetta “etruscheria” ed entrando a far parte  di alcune importanti accademie italiane (oltre l’Arcadia, la Quirina di Roma, la Colombaria, la Crusca , l’Etrusca, l’Augusta di Perugia, la Colonia Orotea di Palermo) ed europee, come l’Accademia deli letterati (Olmitz) e la Royal Society di Londra. 

Nel 1730, con Annibale degli Abbati Olivieri, fondò quello che sarebbe diventato il vero centro culturale della città, “l’Accademia pesarese di scienze, lettere ed arti”, con il contributo di Nicola Gavelli. Fu in questi anni che l’amicizia con Olivieri si consolidò, arrivando al lascito che sarebbe stato a beneficio della città che l’aveva accolto.

Infaticabile studioso, mecenate e scrittore, Passeri collaborò al Museum Etruscum di Gori, scrisse di antichità etrusche e italiche e fu sempre in contatto con i maggiori studiosi di antichità del tempo: secondo i suoi contemporanei fu il primo a “interpretare i caratteri, la pittura, le sculture, i vasi, le gemme, le medaglie ed ogni altro monumento etrusco”, e il primo “a gettare le fondamenta di una scienza, che fino ad allora era del tutto sconosciuta, la geologia”, secondo quanto scrisse G. I. Montanari  nel 1857.

Come molti eruditi del Settecento credeva profondamente nell’importanza della catalogazione e della conservazione del patrimonio antico per cui in quel “secolo fortunato alle arti” meritavano «una non volgare commendazione quelle pubbliche insigni raccolte, in cui i più pregevoli avanzi dell’antichità si conservano e si defendono dalle fatali ingiurie del tempo, e dalle più fatali dell’ignoranza» (G.B. Passeri, Dissertazione epistolare 1776, p. 5).

Passeri, su richiesta del Cardinale Gianfrancesco Stoppani curò il lapidario di Urbino; inoltre coprì la carica di archeologo pe il  Granduca di Toscana e Papa Clemente XIV, che lo insignì di numerose onorificenze. Nel 1741 prese i voti e successivamente assunse il ruolo di vicario generale del Vescovo di Pesaro, fino al 1760, quando venne nominato uditore di camera della Legazione di Bologna. Nel 1771 ritornò a Pesaro, dove si dedicò ai suoi studi fino al tragico epilogo della sua lunga e laboriosa vita: infatti morì il 4 Febbraio 1780 cadendo nel burrone adiacente a una sua villa nei pressi di Pesaro.

Nonostante la grande passione della sua vita fosse l’archeologia, e soprattutto la civiltà etrusca, Passeri scrisse molto e dei più svariati argomenti, dando alle stampe oltre settanta opere e lasciando un gran numero di manoscritti: la Biblioteca Oliveriana ne conserva 50, ma lettere scritte di suo pugno e altri documenti si trovano in tutte le biblioteche europee. Grande importanza assume l’opera Lucernae fictiles: i disegni delle lucerne furono realizzate dallo stesso Passeri e da Giuseppe Menabuoni.

L’autobiografia di Passeri è conservata a Pesaro, Biblioteca Oliveriana, Mss., 1822, lett. V.

Fonte; Dizionario Biografico degli Italiani, Treccani

Annibale Olivieri

Il mecenate fondatore della Biblioteca e dei Musei Oliveriani, Annibale degli Abbati Olivieri nato a Pesaro il 7 giugno 1708

Giambattista Passeri

Giovan Battista Passeri, amatissimo amico di Annibale degli Abbati Olivieri, è uno dei “protagonisti” della Biblioteca Oliveriana

Giulio Perticari

Giulio Perticari, che dà il nome alla terza sala di lettura della Biblioteca Oliveriana, nacque a Savignano il 15 agosto 1779

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