Il mecenate fondatore della Biblioteca e dei Musei Oliveriani, Annibale degli Abbati Olivieri nato a Pesaro il 7 giugno 1708
Il mecenate fondatore della Biblioteca e dei Musei Oliveriani, Annibale degli Abbati Olivieri (1708-1789), nacque a Pesaro il 17 giugno 1708 da Camillo e da Lavinia Gottifredi. Cominciò il suo percorso di studi a Bologna, al Collegio San Severo, per poi trasferirsi all’Università di Pisa, un ambiente prolifico e stimolante, dove fece la conoscenza della grande passione della sua vita: l’archeologia. Come si legge in una breve autobiografia del 1748 pubblicata nelle Antichità Picene dell’Abate Giuseppe Colucci: “invece di studiar legge cominciò a far delle dissertazioni sopra le iscrizioni di Pesaro, parte delle quali ritenne nelle note che poi stampò”.
Si laureò comunque in Diritto ad Urbino, recandosi poi a Roma per esercitarsi nella pratica forense. Ma il giovane Olivieri non adempì solo ai suoi doveri di avvocato: Roma divenne per lui il luogo dove ebbe concretamente occasione di confrontarsi con gli studi di antichità, in particolare di epigrafia, grazie anche alla protezione dello zio Cardinale Fabio degli Abbati Olivieri, cugino di papa Clemente XI, che gli consentì l’acquisto di rarissimi reperti archeologici e strinse amicizie importanti con i maggiori eruditi dell’epoca in materia antiquaria, tra cui l’Antonelli, Pompeo Compagnoni e Paolo Maria Paciaudi.
Nel 1730 ritornò a Pesaro: da qui non ripartirà mai più, cementando il rapporto con la città sposando Teresa Belluzzi nel 1732. Fu uno scrittore prolifico: nel 1735 pubblicò il primo dei suoi numerosi opuscoli, una Spiegazione di alcuni monumenti degli antichi Pelasgi, tradotta dal francese; ma già dal 1734 aveva iniziato a far stampare il suo lavoro sulle epigrafi Pesaresi, che uscì a Roma nel 1737 col titolo Marmora Pisaurensia notis illustrata, ampliamente apprezzata da Ludovico Antonio Muratori e da Maffei; un’opera a cui l’Olivieri si dedicò tutta la vita, arricchendolo scrupolosamente con i nuovi ritrovamenti che via via faceva, e in cui annunciò la scoperta del lucus pisareunsis, i cui reperti sono conservati nel Museo Oliveriano.
A differenza della sua cerchia di amici letterati e filologici, accomunati dalla passione per la civiltà etrusca incentrò le sue ricerche su Pesaro, senza scriverne mai una vera e propria “storia” preferendo la formula del contributo. Egli voleva “mettere in luce tutto ciò che una storia avrebbe potuto portare e quel molto ancor più che non sarebbe stato in essa ben collocato”: trattò la storia sacra e profana della città, scrisse uno studio sulla fondazione di Pesaro ed una indagine sulle sue vicende nell’alto Medioevo sotto il dominio dei Malatesta e degli Sforza e un trattato sulle monete.
Tra le tante opere storiche si possono ricordare la Dissertazione sulla fondazione di Pesaro, Modena 1754 e Pesaro 1757, dove sosteneva l’origine greca della città; le Memorie del porto di Pesaro, Modena 1774; Memorie di Gradara, terra nel contado di Pesaro, Modena 1775; Memorie di Novilara, castello del contado di Pesaro, Modena 1777; le Memorie per la storia della Chiesa pesarese nel sec. XIII, Pesaro 1779 e tutta una serie di opere di numismatica, come la Dissertazione sopra due medaglie sannitiche e l’Indice delle antichissime monete di bronzo romane ed italiche che gli valgono un posto di primo piano nella numismatica.
Fonte: Dizionario Biografico degli Italiani, Treccani
Il mecenate fondatore della Biblioteca e dei Musei Oliveriani, Annibale degli Abbati Olivieri nato a Pesaro il 7 giugno 1708
Giovan Battista Passeri, amatissimo amico di Annibale degli Abbati Olivieri, è uno dei “protagonisti” della Biblioteca Oliveriana
Giulio Perticari, che dà il nome alla terza sala di lettura della Biblioteca Oliveriana, nacque a Savignano il 15 agosto 1779
Giugno - Settembre
Da giovedì a domenica e festivi 16:00-19:00
Ottobre - Maggio
Da giovedì a domenica e festivi 15:30-18.30
(escluso il 25 dicembre)